Senza cane, niente uomo
Si è svolto ieri (30
settembre 2018) a Padova l’atteso incontro tra il sottoscritto e Roberto
Marchesini sul tema “zooantropologia”
e “cinometria caratteriale”.
Un incontro-confronto che in
circa dieci anni fu boicottato per ben quattro volte in ogni modo possibile da
quelle che Marchesini ed io abbiamo etichettato come “derive” dei rispettivi ambiti d’appartenenza.
L’evento non aveva certo la
pretesa, né il senso, di essere una brutta copia dell’incontro che si tenne
alcuni anni fa tra il Prof. Marchesini ed una parte del mondo degli addestratori, visto che in tanti
anni di attività ho sempre e solo rappresentato me stesso, il mio modo di
lavorare e le personali innovazioni cinotecniche introdotte da oltre un
ventennio nel mondo del benessere animale, del comportamento canino e dell’addestramento.
Partendo da un centro
culturale “sold out”, e con il
prezioso contributo dell’etologo dott. Pierluca
Costa in veste di moderatore, l’appuntamento è partito con il
ringraziamento del Presidente Nazionale della Lega Italiana Diritti dell’Animale (L.I.D.A.) dott. Massimo Ramello, il quale ha sottolineato il trait d'union ed i veri punti d’incontro
dei relatori inserendoli nel più ampio contesto del benessere animale.
Roberto Marchesini ha
successivamente spiegato il suo pensiero e, soprattutto, declinato le basi dell’approccio
cognitivo zooantropologico, distinguendolo in modo chiaro e netto dalle tante derive
che negli ultimi quindici anni hanno creato confusione, semplicismo e
degenerazione, arrivando a veri e propri scontri incivili che hanno diviso in
tante piccole parti il comparto cinotecnico italiano; soprattutto in relazione
agli strumenti educativi usati, e all’abuso di titoli cinofili mai concessi o ad
individui espulsi dalla sua sigla.
Le prese di posizione e le prese
di distanza del Prof. Marchesini, anche sul fronte delle terapie farmacologiche
così tanto in voga al giorno d’oggi, hanno pertanto chiarito in modo
inequivocabile il suo lavoro ed i reali contributi da lui stesso apportati allo
studio del comportamento animale, all’etologia e alla relazione uomo-cane.
A conclusione del suo
intervento Marchesini ha spiegato il ruolo dell’educatore cinofilo, ben diverso
da quello al quale ci hanno abituato i social network, definendolo – nella sostanza
- come una figura professionale deputata “all’educazione
alla cinofilia a 360°” che non scade nel malcostume del “tuttologo”, né si propone di entrare
nell’ambito delle discipline sportive per le quali – in ogni caso – egli stesso
dovrebbe avere rispetto.
Io ho cominciato il mio
intervento percorrendo, sotto il profilo storico, la cinofilia degli ultimi
trent’anni, unitamente alle mie prime scoperte e alle applicazioni a queste collegate.
Dopo aver sottolineato il
fatto che – a mio avviso – la cinofilia è una materia per pochi, ho esposto la cinometria caratteriale, partendo
dalla definizione, e declinandola sul fronte della psicologia umana, canina, in
relazione alle scienze sociali e attraverso i rapporti espressivi delle diverse
morfo-funzionalità del cane (in sala erano presenti alcuni psicologi e
psicoterapeuti), concludendo con la Carta
Cinometrica Caratteriale e le sue
innumerevoli applicazioni in ambito addestrativo e relazionale.
Un punto importante del mio
intervento iniziale è stato rivolto alla differenza che intercorre tra un animal trainer cinematografico ed un cinofilo per far comprendere il divario tra i due
ambiti: da una parte gli obblighi vincolanti di Legge – particolarmente restrittivi
in Italia - e di tutela del benessere animale sul set cinematografico, versus un vuoto legislativo nel quale sguazza
l’anarchia, l'autoreferenzialità e l’evasione fiscale.
Gli interessanti intermezzi
del dott. Pierluca Costa hanno dato ulteriori spunti e significativi contributi
che hanno stimolato me ed il Prof. Marchesini ad approfondire alcuni aspetti
delle nostre rispettive esposizioni.
A conclusione del dibattito,
sia il Prof. Marchesini che il sottoscritto hanno risposto alle domande del
pubblico.
Da uomo di cani quale ritengo
di essere, nel pomeriggio ho mostrato le applicazioni della cinometria
caratteriale c/o il centro cinofilo Black
Dogs Cinofilia con una ventina di cani presenti, tra i quali si
annoveravano fobici, aggressivi e cani normocomportamentali.
Cosa è uscito da questo
dibattito?
In realtà non più di quanto io
e Roberto Marchesini sapessimo già da oltre un decennio. La cinometria
caratteriale si basa nei suoi costrutti teorici su una “zooantropologia ante litteram” tenendone profondamente conto nelle
sue parti applicative ed apprezzando in maniera vincolante i concetti di
reciprocità, soggettività e di alterità della moderna zooantropologia.
E’ stato pertanto un incontro più che un confronto, il quale
c’è peraltro sempre stato tra noi. E ben al di là delle derive terze e delle strumentalizzazioni che si sono venute a creare nostro
malgrado negli anni.
Un dialogo posto sullo stesso
piano etologico e culturale con l’intento di replicarlo in altre zone d’Italia,
al fine di portare la chiarezza dei due approcci ad un pubblico più vasto.
La perfetta organizzazione curata
dal Black Dogs Cinofilia di Padova –
sia c/o il centro congressi che in campo - ha permesso che tutto filasse liscio
e fosse entusiasmante.
Ringrazio dal profondo del
cuore il numeroso pubblico giunto da ogni parte d’Italia, Roberto Marchesini e
Pierluca Costa per questa splendida
occasione di dialogo tra le parti, con l’augurio sincero che questo incontro abbia
fatto chiarezza e possa essere d’esempio nel panorama cinofilo italiano.
Claudio