Claudio Mangini
- Lega Italiana Diritti dell’Animale (L.I.D.A.)
- WolfEmergency
Oggetto: “Piano di conservazione e gestione del lupo in
Italia” – riflessioni e nostra posizione.
- Che il “Piano di conservazione e gestione del lupo in
Italia” sia pieno di falle e stilato in maniera piuttosto superficiale, è un
fatto.
Molti organi Istituzionali dicono “no” davanti all’inevitabile
– e prevedibile - protesta dell’opinione pubblica, seppure il documento sia il
frutto di un lavoro fatto a più mani da professionisti del settore che vengono definiti “esperti”.
Nel vortice delle polemiche – più “di pancia” che riferite
ai contenuti - nessuno ha sottolineato la totale inaffidabilità del documento
stesso in materia di cani.
Nella nostra azione di contrasto e di forte dissenso nei
confronti del documento, abbiamo pertanto deciso di spostare l’attenzione proprio sul
terreno dei contenuti, individuando velocemente una serie di criticità che non
potrebbe permettersi nemmeno il neofita ai primi giorni di un qualunque corso
per educatori cinofili.
Riteniamo che se questa è la cultura cinofila espressa da
sedicenti esperti, dai quali dipende peraltro la vita e la morte di animali
appartenenti ad un specie rigidamente protetta da oltre quarant’anni, per effetto
di una proiezione realistica, siamo molto scettici sull’affidabilità dei
contenuti riferiti al lupo.
Ecco uno stralcio
III.2. Azioni per prevenire la presenza di cani vaganti e
l'ibridazione lupocane (pagina 29 del documento).
Azione 2.4: Controllo della diffusione e gestione delle
razze canine ibridogenetiche.
Nelle ultime decadi, è aumentata in Italia la diffusione di
ibridi cane-lupo e razze canine derivate da simili incroci. Alcune di queste
razze hanno anche ottenuto riconoscimento formale dalle organizzazioni preposte
(es. ENCI) e sono sempre più popolari, come ad esempio il cane lupo
cecoslovacco e il cane lupo di Saarloos. In molti Paesi, queste razze sono
vietate al commercio e detenzione, ma in Italia manca una specifica regolamentazione.
La necessità di riportare questo fenomeno sotto controllo risiede nei casi
molto frequenti di ibridi non controllati che sfuggono all’ambiente domestico e
sono causa di danni al bestiame e ibridazione con il lupo.
Priorità: alta
Tempi: entro 24 mesi dall’adozione del piano
Responsabili: Min. Salute, MATTM, MIPAAF
Programma: emanazione di nuove regole e norme per la
detenzione e il commercio delle razze ibridogenetiche, anche valutando la loro
messa al bando come animali da compagnia.
Programma di informazione sulla pericolosità potenziale e
reale di queste razze.
Legenda:
- MATTM (Ministero
dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare)
- MIPAAF (Ministero
delle Politiche Agrarie, Alimentari e Forestali)
Ho sempre espresso la mia opinione in merito ai cosiddetti “amanti
dei lupi”, dipingendone la maggior parte come veri e propri nemici del lupo; a
partire da alcuni ricercatori, fino a molti proprietari delle razze qui indicate che - sotto
il profilo dell’informazione - hanno fatto nel tempo più danni del documento in
oggetto.
Come da tradizione, anche questa volta nessun proprietario,
Club, allevatore o specialista di razza, è intervenuto sulla questione “Cane
Lupo Cecoslovacco” o “Cane Lupo di Saarloos”; razze di cani che nel Piano Lupo
vengono descritte in modo completamente sbagliato, se non ridicolo.
Per inciso, non è assolutamente vero che <<…in molti
Paesi, queste razze sono vietate al commercio e detenzione…>>,
esattamente come non ha alcun fondamento il fatto che << …in Italia
manchi una specifica regolamentazione>>.
Sono cani, peraltro di razze iscritte ENCI/FCI, e come tali
seguono la regolamentazione di ogni altra razza.
Ci sono allevamenti con affisso in tutto il mondo di questi
magnifici cani; soprattutto in Europa (Italia compresa), e diversi soggetti che si
distinguono costantemente in Protezione Civile ed in altre discipline di
utilità sociale.
A parte la Norvegia, Patria di una cinofilia che non ha niente
da insegnare a nessuno, chiedo a questi “esperti” quali siano i “molti Paesi” –
almeno dei 28 dell’Unione Europea - nei quali sarebbe <<vietato il loro commercio
e la loro detenzione>>.
Per concludere, essendoci un serio rischio, nel caso in cui
il Piano Lupo fosse definitivamente approvato, che queste due razze di cani
(non si capisce il motivo per cui il Cane Lupo Italiano non rientri nel
documento) possano subire un grave danno anche informativo e di interpretazione
etologica, auspico che i Club di razza prendano seri provvedimenti al fine di
tutelare le razze impropriamente descritte in questo documento.
Una volta che il “Piano di conservazione e gestione del lupo
in Italia” sarà decaduto, dovremmo chiederci cosa ne faremo di questi esperti,
dei loro affiliati e dei loro collaboratori.
Li lasceremo agire indisturbati su altri fronti? Continueremo
a sostenerli con fondi pubblici?
A voi, cari lettori, le opportune risposte.
Claudio Mangini